Il giovane sessantenne e il vecchio Renzi”, era questo il titolo della newsletter di Amedeo di lunedì scorso. Chi saprà incarnare davvero la novità per il Paese, il “giovane Giorgio” – un pensionato deciso a non rassegnarsi allo stato di “décadence” imperversante – o Matteo Renzi, l’ex rottamatore nonché sindaco trentasettenne, che proprio oggi sta lanciando il suo personale big bang dalla stazione Leopolda di Firenze?

Tanti amici ci hanno inviato risposte e commenti sul tema. Eccone alcuni.

 

Caro Amedeo,

grazie per questi spunti di riflessione interessanti.

Il problema a mio avviso non è Renzi di cui, a parte l’eccessiva “sicumera”, mi sento di condividere gran parte delle proposte a differenza di quelle molto meno convincenti che provengono invece dagli altri suoi coetanei emergenti del PD e mi riferisco ai vari Civati, Serracchiani, Orlando, Fassina etc,  e non è neppure la provocazione della rottamazione che non mi sembra  riferita tanto all’eta’ in se e per se ma alle rendite di posizione di molti politici italiani che pretendono carriere politiche infinite senza una valutazione nel merito dei risultati delle stesse e che la sovraesposizione mediatica cui sono esposti rende spesso ripetitivi e soggetti ad “invecchiamento” precoce.

Il problema vero è  invece quello da te sollevato circa il conflitto generazionale che si percepisce  sempre  più intensamente  in  ambito familiare, sociale e lavorativo e che talora sembra assumere le sembianze  di una vera contrapposizione tra “giovani e vecchi” in cui questi ultimi benché spesso molto più vitali,  attivi  ed ancora potenzialmente propositivi rispetto al passato, se inseriti e valorizzati in un contesto adeguato, tendono invece ad essere vissuti dai più giovani come un ostacolo o come la principale causa di una loro mancata affermazione personale. Risposte adeguate  a questo conflitto latente sembrerebbero  moto più utili  di tanti dibattiti ripetitivi e spesso inconcludenti cui  ci capita di assistere quotidianamente.

(Jacopo  Galli)

Buongiorno Amedeo,

Anch’io, come il tuo amico Giorgio, sono un’anziana, sono insofferente e continuo a lavorare. Matteo Renzi lo conosco da quando era un ragazzo simpatico e furbo, come i fiorentini delle barzellette. Non so se sia cambiato. Adesso sto proprio andando a Firenze per il convegno I giovani e i Maestri, quale futuro? che Matteo Renzi, da sindaco, presiede. Poi mentre lui andrà alla stazione Leopolda ‘a rottamare’ i vecchi maestri si metteranno al lavoro con i giovani ….

(Miriam  Tassi)

Penso che non sia una questione di età, ma il partito è vecchio nello stile e bisogna cambiare…

(Roberto Dosio)

Carissimo Amedeo quanto è vera la riflessione del mio omonimo più anziano di me. Viviamo ormai una realtà strabica che ti vuole allungare la vita lavorativa ma che tende sempre più a negare anzitempo il valore dell’esperienza accumulata nel tempo di lavoro e di vita.

La rottura del patto tra le generazioni ha prodotto politici come Renzi, in linea con la banalità e mediocrità dei nostri tempi, senza memoria storica e convinti che il nuovo mondo passi attraverso la cancellazione del passato e di chi ne porta i segni. Che pena! Chissà forse il giovane Renzi  penserà  di essere ancora alla ruota della fortunona, che è tutto un gioco d’azzardo. Come siamo messi!

(Giorgio Povegliano)

Caro Amedeo,

toglietevi di dosso gentaglia come il Renzi; fate come le mongolfiere che quando buttano a terra la sabbia si librano in cielo. Ovvio che la penso come il tuo amico Giorgio. Dirò di più: mi ci riconosco.

(Gabriele Bariletti)

Caro Amedeo, ho appena letto la riflessione di Giorgio e accolgo l’invito a dirla come la penso. Diciamo che cade a “ciccia”.

Proprio stamani mentre venivo al lavoro pensavo, ma la politica attuale a cosa può essere paragonata? La mia risposta è stata alla “muffa”.

Detta così verrebbe da chiedere, ma di quale muffa si parla? È risaputo che esistono “muffe” benefiche (es. alcuni antibiotici)  perché aiutano a curare le malattie, muffe che producono ottimi formaggi, ecc, mentre esistono muffe politiche, pericolose, camuffate da benefiche(con alcune pochissime eccezioni) e penso proprio che le muffe pericolose abbiano continuato a contaminare l’attuale politica italiana e quella degli anni avvenire. Di Renzi e di Serracchiani ce ne sono in tutti gli schieramenti politici, comunque con tutti i loro limiti politici e difetti personali, li preferisco perché vogliono sganciarsi dal passato che sa di muffa anche con quel passato compromettente da portaborse, in ogni caso quel passato gli ha permesso di vivere e conoscere l’attuale sistema politico, oggi incrinato. Mi auguro che i Renzi e i Serracchiani presenti nella politica italiana, non commettano gli errori dei loro predecessori, si possano consigliare con tante persone, con l’esperienza, le qualità e le capacità del tuo amico Giorgio. Mi piacerebbe conoscere Giorgio per chiedergli come mai non ha messo in campo la sua esperienza e capacità al servizio della politica e del paese, come mai oggi fa il critico politico e quale sono le sue proposte per risolvere i problemi politici del paese. Comunque caro Amedeo, sono ottimista perché dopo un periodo negativo segue uno di prosperità, politica e sociale.

(Massimo Biagiotti Lena)

Caro Amedeo , come ben sai , anchio mi sento un rottamato. A 65 anni , benchè rispetto ai tanti rampanti Renzi del Tg Lazio (molti purtroppo allora precari) mi sentivo un ragazzino pieno di idee che non mi lasciavano realizzare quelli più giovani ligi alla tradizione perché timorosi di passi falsi e quindi di dispiacere ai loro “editori di riferimento” e di conseguenza compromettere le loro brillanti carriere, sono stato buttato fuori senza neanche una lettera di cortesia, tipo grazie per questi 22 anni di lavoro in Rai.

Proprio partendo da questa personale vicenda umana , che credo oggi coinvolga tutti i pensionati o quasi, che grazie alle mutate condizioni socio-sanitarie sono ancora abili ed arruolabili, non capisco le tante resistenze ad allungare – almeno come scelta personale , ma impegnativa per le aziende – l’età pensionabile. Credo che ormai non ci sia più nessuno che ancora sposi l’equazione pensione = uguale lavoro per i giovani. Il lavoro si crea con lo sviluppo e per creare una crescita stabile occorrono risorse e scelte strategiche e vere riforme. La speranza è che ci si arrivi… almeno un attimo prima del baratro. Se questo è davvero il rischio, non capisco certi atteggiamenti politici. Due le spiegazioni possibili: non ci stanno raccontando il vero – oppure – il cinismo della politica può passare anche sulla nostra pelle.

(Vincenzo  D’Ambra)

Caro Amedeo,

Giorgio ha perfettamente ragione e condivido la sua opinione, ma mi sembra un po’ acido con Renzi che afferma, invece, di essere stato dirigente di azienda fino al momento di entrare in politica. Il sindaco di Firenze non mi piace per il suo modo di considerare la capacità e l’esperienza degli altri e mi auguro solo che non faccia troppi danni.

(Agostino  Ferrari)

Mi piace distinguere gli esseri umani (ed in modo particolare i politici,dal momento che le loro azioni vanno ad incidere su tutto un popolo e non su un gruppo ristretto di persone) in intelligenti e stupidi, in onesti e farabutti, in leali e furbi ecc. ecc. La distinzione tra giovani e vecchi all’interno di un partito mi sta bene soltanto se per vecchio s’intende chi non ha più idee, chi non sa leggere  i segni del tempo storico che sta vivendo, chi non ha più  la passione, chi non ha più la voglia di spendersi per il partito e per il proprio paese.

Per quanto riguarda l’età anagrafica invece, io credo che se la persona è valida non può che rappresentare una ricchezza, un dono per tutti compresi i più giovani e scalpitanti “puledri”. La persona anziana rappresenta la saggezza che unita all’entusiasmo dei più giovani dovrebbe portare a prendere le decisioni più ardite dopo essere state attentamente valutate.Evidentemente stiamo parlando di persone cosiddette normali, ma se invece una persona è imbecille (nel senso etimologico del termine) lo sarà stato da giovane e lo sarà da anziano…  e di esempi ne abbiamo proprio tanti. Vogliamo mettere un termine…una, due, tre legislature?!! Ok…ma si lasci uno spiraglio per casi particolari: avessimo ora la possibilità di candidare un De Gasperi, un Dossetti, un La Pira, un Berlinguer, un Pertini…li manderemmo via perché anziani o perché hanno finito la legislatura??? La parola “rottamazione” non mi piace, va meglio “ricostruttori” e… staremo a vedere!

(Mara Torelli)

Certo se i politici ultrasettantenni cedessero il posto ai più giovani, aiutandoli con la loro esperienza, non sarebbe male; altrimenti B. ce lo teniamo sino a quando non  se lo chiama il Creatore.

(Tillo Nocera)

Bene, bravo! Condivido il parere del tuo amico Giorgio…

E che dire dei/delle quarantenni di oggi, secondo tutte le statistiche più “giusti” per attuare il rinnovamento perché con sufficiente esperienza di VITA e forse anche di politica nonché con sufficienti anni da venire?

A momenti siamo considerati “vecchi” anche noi! Per di più se cerchi di sbrigarti ad incamerare esperienze politiche e farti strada in questa giungla… poi ti dicono che hai troppa fretta! Ma la fretta è giustificata proprio da questo atteggiamento giovanilistico paradossale, per cui o hai passato sin dall’infanzia il tuo tempo nell’ombra dei politici e quindi hai maturato anzianità politica pur essendo giovane (però poi non sai cosa significa vivere una vita normale fatta di problemi normali ma grandi come macigni), oppure hai passato la giovinezza a studiare ed arricchire la tua esperienza professionale ed esistenziale e quando sei poi maturo per la politica e hai idee da vendere, ti considerano da rottamare…

In fondo basterebbe solo considerare oggettivamente il MERITO, senza dati anagrafici…

(Letizia Ciancio)

Caro Amedeo

Sono toscano anche io come tu sai, ma sinceramente i movimenti e le parole di Renzi non mi piacciono affatto.

Non mi sono mai piaciuti i populismi sia di destra (vedi lega) che di sinistra (vedi Di Pietro). Ora pensare che anche dentro il mio partito ci sia gente che per la sua età anagrafica dica semplicemente che è il nuovo non lo trovo sinceramente accettabile.

Se è vero che Renzi è stato cooptato a Presidente della Provincia di Firenze con i vecchi metodi è vero anche che in molti si adoperarono a farlo digerire nelle case del popolo fiorentine, forse criticabili in questo caso come in altri, nell’accettare troppo supinamente i suggerimenti calati dall’alto. (vedi elezione  di Di Pietro in Mugello)

Quando sento parlare Renzi mi sembra che lui utilizzi gli stessi metodi dell’antipolitica, come ti può capitare di sentire al bar e in quei casi vince chi urla più forte.

Quanta gente è stata in silenzio, ha lavorato sodo per i partiti, per i sindacati, in modo onesto e leale: alle urla di Matteo Renzi voglio rispondere con il passaparola… e già fra i miei conoscenti non lo sopporta più nessuno.

(Andrea Mencaroni)