Il modello del ’46
Si fa fatica a credere davvero che l’accordo firmato la settimana scorsa sia durevole: ci sono la profondità della diffidenza reciproca, la radicalizzazione delle posizioni estreme da entrambe le parti, l’indeterminatezza dei passi successivi, il sangue che ancora non si è asciugato. Non è la prima volta nella storia che tragedie di questo tipo si verificano e -ciò nonostante- conflittualità identitarie apparentemente insanabili hanno a volte trovato, se pur con estrema fatica e aspri contrasti, un modo per uscirne, quando -all’interno delle parti in gioco- qualcuno si è convinto che la spirale di vendette reciproche non si sarebbe mai esaurita spontaneamente e ha avuto il coraggio di proporre una cesura netta proponendo di mettere un punto, voltare pagina e ripartire da capo. (...)
Esattamente una settimana fa, lunedì 13 ottobre, veniva firmato a Sharm el-Sheikh l'accordo nel quale si afferma che una pace duratura "sarà una pace in cui palestinesi e israeliani potranno prosperare, vedendo garantiti i propri diritti umani, la propria sicurezza e la propria dignità". Eccellenti premesse ed obiettivi! Tutti ovviamente ci auguriamo che l’accordo sia [...]