LA NEWSLETTER DEL LUNEDI’
Profezie pericolose
Ci fu un periodo (gli anni ’60-’70) in cui a tutti sembrava ovvio che nel futuro saremmo stati meglio, che sarebbero aumentate le opportunità di conoscere, viaggiare, studiare, che il livello culturale medio sarebbe cresciuto e con esso anche la ricchezza e il benessere. Questa diffusa convinzione era figlia del periodo successivo alla fine della seconda guerra mondiale durante il quale -come dopo ogni compressione economica e sociale- si era finalmente tornati a respirare, a lavorare e soprattutto a credere di poter costruire per tutti una condizione migliore… praticamente l’esatto opposto della percezione che abbiamo oggi del futuro!
ASCOLTA L'ARTICOLO QUI Per quanto possa oggi sembrare strano, ci fu un periodo (gli anni ’60-’70) in cui a tutti sembrava ovvio che nel futuro saremmo stati meglio, che sarebbero aumentate le opportunità di conoscere, [...]
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Per una Sanità realmente accessibile: l’importanza dei PUA
I PUA, cosa sono? sono realmente accessibili? Edgardo Reali e Cristian Castellano ce lo spiegano in questo articolo!
Cosa sono i BES, Bisogni educativi speciali? Facciamo chiarezza.
In questo articolo, Martina Pasquali fa chiarezza su un tema molto importante: i BES, i Bisogni Educativi Speciali.
Oltre le barriere sensoriali: la storia di Hellen Keller
Federica Carbonin ci racconta la stupenda storia di Helen Keller, scrittrice, insegnante e attivista statunitense sordo-cieca.
Il limite del possibile
Il principio di realtà segna il limite fra quello che il nostro sentimento (o, più spesso, risentimento) vorrebbe dire, fare, raggiungere e quello che le condizioni reali ci consentono concretamente di ottenere. Molto spesso quello che vorremmo -indipendentemente da quanto lo consideriamo giusto e determinante- non coincide con quello che realisticamente possiamo raggiungere. Quando decidiamo di ignorare questo limite finisce sovente che ci facciamo del male, facciamo del male ad altri e -non di rado- otteniamo un risultato opposto a quello che desideravamo.
La via dolorosa
Ci sono situazioni, come i tragici eventi di questi giorni in Israele e a Gaza, di fronte alle quali le parole non bastano, spesso non servono e a volte sono dannose. La maggior parte delle parole che ascoltiamo, leggiamo e pronunciamo finiscono -malgrado le buone intenzioni- per essere classificabili come sterili esecrazioni o generiche speranze tanto condivisibili quanto infondate. Ci può forse aiutare la consapevolezza che non è la prima volta che la storia attraversa un momento così buio da non lasciar intravvedere neppure una via d’uscita, eppure -sebbene con costi umani altissimi- ne siamo usciti. Forse -come fa dire Orwell al protagonista del suo romanzo- "Non è tanto restare vivi, quanto restare umani che è importante".
La voglia di crederci
Il nostro rapporto con la realtà non è mai solo razionale, non sono mai soltanto i fatti a determinare le nostre opinioni. Chi ha una certa idea di economia, una certa opinione sulle migrazioni, una sua convinzione sui rapporti sociali magari basata su dati sbagliati, non cambierà quell’idea semplicemente se noi gli forniamo dati corretti perché quella persona probabilmente “ci vuole credere”: vuole pensarla quella cosa che pensa sull’immigrazione, sull’economia o sulla società...