LA NEWSLETTER DEL LUNEDI’
CITTADINANZE. Dalla città dei ragazzi allo ius scholae.
La “Città dei Ragazzi” ha aiutato oltre cinquemila ragazzi, provenienti da oltre 20 paesi, a diventare adulti responsabili attraverso il metodo dell’autogoverno; è una realtà importante della città che molto ha detto è molto avrà da dire in merito all’inserimento nella società di chi -benché in situazione marginale- si sente parte di una comunità, ne condivide i valori e vuole appartenervi. Il prossimo 18 settembre, la Città dei Ragazzi si ripropone alla città con il convegno “Cittadinanza, Democrazia, Pace”, un’occasione per approfondire l’intrinseca connessione fra i tre concetti e le prospettive di lavoro che attendono chi si occupa di educazione dei giovani.
Quando quasi ottanta anni fa, nella Roma del dopoguerra, Mons.J.Patrick Carrol-Abbing iniziò ad occuparsi dei ragazzi soli e in difficoltà per consentire loro di inserirsi nella società, probabilmente non era particolarmente preoccupato degli aspetti formali e giuridici [...]
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Per una Sanità realmente accessibile: l’importanza dei PUA
I PUA, cosa sono? sono realmente accessibili? Edgardo Reali e Cristian Castellano ce lo spiegano in questo articolo!
Cosa sono i BES, Bisogni educativi speciali? Facciamo chiarezza.
In questo articolo, Martina Pasquali fa chiarezza su un tema molto importante: i BES, i Bisogni Educativi Speciali.
Oltre le barriere sensoriali: la storia di Hellen Keller
Federica Carbonin ci racconta la stupenda storia di Helen Keller, scrittrice, insegnante e attivista statunitense sordo-cieca.
Non è un pranzo di gala
Sarebbe certamente meglio se le diverse opinioni -“correttamente formulate e pacatamente esposte”- si confrontassero “civilmente” focalizzandosi sui contenuti in un dibattito “pulito” in cui ciascuna delle parti riconosca all’altra piena legittimità... ma -si sa- la vita non è sempre “un pranzo di gala”: i linguaggi sono spesso diversi, gli interessi contrapposti, le semplificazioni eccessive, i poteri impari, la tentazione di prevalere forte… e allora accade che -per produrre un cambiamento- sia necessario andare oltre le righe, violare le regole del salotto, per costringere l’interlocutore più forte a risolvere il problema in forma efficace e non solo accademica. (...)
Cioè?
Ora la mia domanda è questa. Cosa succede quando una cosa non svolge più la sua funzione? E’ sempre quella cosa oppure diventa qualcos’altro? Se lei lacera la tela dell’ombrello, quest’ultimo è ancora un ombrello? Spiega i raggi, se li pone sopra la testa, esce sotto la pioggia e si bagna. E’ possibile persistere a chiamare questo oggetto ombrello?" (P.Auster, Città di vetro) Una domanda tutt’altro che retorica, un dubbio quanto mai attuale: quando parliamo o sentiamo parlare di “democrazia”, “partecipazione”, “inclusione”, “libertà”, “diritti”, “giustizia”, “mercato”… utilizziamo parole che -lo diamo per scontato- rimandano a significati noti e identici, rispetto ai quali si può essere più o meno d’accordo, avere opinioni concordi o discordi sulle scelte politiche ed economiche necessarie a perseguirli, ma -proprio per questo- non mettiamo in dubbio che stiamo discorrendo del medesimo oggetto. Ma è proprio così?
Tutto bianco o tutto nero non esiste
Non sempre ci troviamo a scegliere tra quello riteniamo un valore e quello che riteniamo un disvalore (così sarebbe facile!), spesso decisioni divergenti rispondono a esigenze diverse che meritano però entrambe di essere salvaguardate: in questi casi il problema non è scegliere da che parte stare e schiacciare l’acceleratore, ma piuttosto trovare il compromesso che assicura il massimo di opportunità alle diverse istanze coinvolte. Le mediazioni -si sa- sono sempre scomode e non gratificano come le impavide posizioni “non negoziabili”, ma non abbiamo ancora inventato niente di meglio per evitare la sterilità delle curve contrapposte e la retorica del nemico “da annientare”. (…)