Caro Enrico,
Ho appena finito il tuo libro. Sul penultimo capitolo ho sentito forte il desiderio di “scrivere all’autore”. (Tempo fa mi spiegarono che il giovano Holden dice che se un libro è bello vien voglia di scrivere all’autore).
L’immagine dello zaino leggero mi ha risvegliato ricordi e regalato una chiave di lettura di un pezzo di vita.
Venti anni fa in montagna sulle dolomiti, da rifugio e rifugio, restando in quota per una settimana. Lo zaino pesava solo 7 kg (quello dei miei compagni il doppio). Dentro c’era tutto ma solo il necessario. E questo mi ha consentito di arrampicarmi, anche sulle ferrate più impervie, di utilizzare energie e forze per camminare invece che per sostenere lo zaino. Quindici anni dopo quello stesso zaino leggero mi ha accompagnato in consiglio comunale a Roma. Entrai senza ‘debiti’ (spesi 2 milioni di lire in campagna elettorale) e con la libertà e la leggerezza (si si, quella di cui parla Calvino) di sapere che non era quello il mestiere che mi avrebbe dato da vivere. Quella libertà è stata una forza incredibile, che spesso spiazzava i miei stessi colleghi. E la capacità di poggiare l’orecchio a terra, di ascoltare, che mi avevano regalato Cinzia, GianMarco e le tantissime persone con disabilità che non parlano, ma che hanno un mondo straordinario da raccontare se ti obblighi ad ascoltare con attenzione, mi portarono a scrivere da capo il regolamento del Consiglio Comunale, in pieno accordo con l’opposizione che avevo imparato ad ascoltare e a rispettare. Con uno di loro ci divertimmo a immaginare di invertire i ruoli, io all’opposizione e lui al governo trovando regole che garantissero entrambi. Cosi fu: limitammo ad esempio i tempi di intervento, trovammo strumenti per evitare quell’ostruzionismo sterile e inutile che ci costringeva a fare notte in consiglio inutilmente, garantendo invece all’opposizione accesso immediato a atti e delibere per fornire a tutti strumenti di garanzia.
Quello zaino leggero mi ha consentito di vincere molto, con la consapevolezza che non avevo molto da perdere. Con la medesima leggerezza sono uscito da consiglio comunale e ho ripreso a fare il mio lavoro, che mi regala emozioni e felicità. Con tanta voglia di politica nel cuore… E nello zaino!!!

Avanti a costruire Cattedrali, senza negarci la gioia di vederne un pezzettino costruito e finito ogni giorno…