Leggiamo spesso sui giornali casi di malasanità. “legato al letto” oppure “rianimato per terra”. poi giù articoli scandalistici. È vero accadono cose terribili. Ma a noi piace entrare nel merito. Non fermarci ai titoli. Per scoprire, parlando con i medici di pronto soccorso che “legata al letto” in realtà perché autolesionista si strappava le flebo, rianimato in terra perché per rianimare una persona che sta morendo serve una superfice rigida e non un materasso per premere sul cuore, se no non funziona! E quando i secondi sono pochi e l’alternativa è la vita o la morte non ci si preoccupa di un permaflex, ma di ridare la vita.

 

Chiara lavora da tanti anni al pronto soccorso di un grande ospedale. Mi racconta che sono in 22 medici, si turnano tra di loro garantendo 24 ore su 24 tutte le specializzazioni. Lei si occupa di tac, radiografie, ecografie. In pochi secondi da una immagine che a noi sembra incomprensibile (mai provato a vedere una tac o una ecografia??) dà la diagnosi e i colleghi intervengono in pochi minuti.

Parlando con Chiara mi racconta che fa un lavoro “divertente”. Io le chiedo come sia possibile definire così il lavoro che fa, chissà quante cose terribili vede ogni giorno. Ma lei risponde con la serenità di chi ama il proprio lavoro e chi gli sta di fronte in modo disarmante e normale, che non è vero. Che il più delle volte il suo lavoro è incontrare la vita. La vita sul confine con la morte. E mi inizia a raccontare cose che sul giornale non ho mai letto. E che invece vorrei leggere e sapere. Giovedì scorso mi ha raccontato:

 

“abbiamo trattato una donna di trentuno anni con ictus acuto mentre portava i bambini a scuola, ha funzionato talmente bene l’organizzazione che oggi ho chiamato ed è completamente guarita, una GIOIA IMMENSA!!! manco fosse mia sorella, oggi vado a trovarla. 
pensa che quando è arrivata stava così: non parlava (AFASIA MOTORIA), non muoveva braccio e gamba destra, oggi quando ho chiamato stava parlando al cellulare al filgio grande, gioia allo stato puro.”

In poche righe tutto: organizzazione, velocità, efficienza, guarigione, soluzione, gioia. Ma anche umanità profondissima. Nemmeno il samaritano era stato così bravo duemila anni fa… e quella chicca incredibile, di un dottore che si vede passare migliaia di sconosciuti davanti e che va a trovare un paziente “come fosse una sorella”.

Infine Chiara chiosa:
Sono fiera di far parte della sanità pubblica!!!”

Spero di non averne mai bisogno. Ma se dovesse succedere oggi si che potrei  incontrare chi lavora come Chiara al pronto soccorso.