Si è svolto a Santa Marinella nelle giornate di venerdì e sabato il seminario “Il Pd che vogliamo. La forza del movimento e l’organizzazione del partito”, un’occasione per rimettere a punto idee e strategie in attesa del prossimo congresso regionale del Pd. Una cornice luminosa – il panorama marino dell’istituto Mater Gratiae, per un’indicazione di direzione altrettanto chiara. Inequivocabile.

“Abbiamo scelto questo slogan prima di conoscere l’esito del referendum -ha commentato all’apertura dei lavori Amedeo Piva, vice segretario Pd di Roma,– c’è stato infatti un momento in cui non si credeva più al partito organizzato. Si parlava di “partito liquido”, talmente inconsistente da essere diventato gassoso”. Oggi l’orientamento sembra molto diverso e gli italiani hanno in più occasioni (amministrative, referendum), espresso a gran voce tutta la loro insoddisfazione per quella “trappola della semplicità” -di cui parla Giuseppe De Rita nel suo ultimo articolo sul Corsera– della quale sono stati fin troppo a lungo vittime inerti. Come se la pianificazione dello sviluppo, del futuro di un Paese si potesse realizzare a colpi di contratti con i cittadini, sottoscritti in uno studio televisivo, o di scandali al bunga-bunga.

“Organizzazione del partito non vuol dire irregimentamento – ha aggiunto Piva- ma in democrazia bisogna avere anche i numeri, perché le idee che non sanno trasformarsi in numeri restano solo poesia”. Un rischio che il Paese non può permettersi di correre, in un momento in cui la coalizione colabrodo che è al governo continua a muoversi all’impazzata, senza uno straccio di programmazione in mente o di visione del Paese.

“La situazione dell’Italia oggi è più grave di quella che trovammo nel 2006 quando andammo al governo- ha commentato nella giornata di sabato Vannino Chiti, senatore e commissario Pd del Lazio.  La strada da seguire è chiara: “Dobbiamo proporre alla società italiana un patto tra partiti e cittadini che si fondi sulla trasparenza e che introduca, per quanto riguarda la riforma politica delle istituzioni, la riduzione del numero dei parlamentari e nuovi metodi di selezione dei candidati, per avvicinare elettori ed eletti”.

Tante le proposte, a partire da quelle scaturite dai tre gruppi di lavoro che hanno affrontato nelle due giornate argomenti fondamentali (organizzazione, obiettivi, strategie) per il partito, nella sua dimensione territoriale e nazionale. Analisi lucide, come quella del consigliere regionale del Pd Marco Di Stefano, a proposito di temi quali primarie e partecipazione alla vita politica.

Presenze decisive, come quella del vice segretario del partito Enrico Letta, perché il Pd sempre più lavori per diventare quello che gli elettori si aspettano, un partito “aperto, credibile, propositivo”, proprio come recitava lo slogan del convegno.