Il 22 maggio del 1969 nasceva nel quartiere nomentano la Casa della Mamma. “Era un grosso impegno e capimmo che non ce l’avremmo fatta da sole -ha ricordato la presidente e fondatrice dell’associazione, Paola Spada- ma unicamente coinvolgendo quante più persone possibile”. Tante le difficoltà iniziali da superare: “Onorare l’impegno di pagamento fu un’avventura entusiasmante. Raccogliemmo il denaro tra vecchi e nuovi amici, tra persone ricche e povere, credenti e no, che condividevano la speranza di mantenere unito il piccolo gruppo familiare”.

E tanti amici sono arrivati da ogni parte di Italia per festeggiare questa felice ricorrenza: da Gianni Fulvi, presidente del Coordinamento Case famiglia a Silvia Costa, parlamentare europea e amica storica della casa di via Udine, da Franco Alvaro a Luigi Vittorio Berliri, presidente dell’associazione “Casa al plurale”. Senza contare gli educatori, le ospiti della casa con i loro “bambini” -qualcuno ormai adulto,- e i tanti amici di Praxis.

Tutti insieme, perché, come ha ricordato Gianni Fulvi parafrasando il titolo di un romanzo di Margaret Mazzantini, “nessuno si salva da solo”.

Un concetto che, guardando i visi assorti delle persone che ascoltavano i racconti delle mamme, delle persone che hanno creduto nel progetto di Paola Spada,  non sembrava neanche tanto figlio della definizione aristotelica dell’uomo, come “animale sociale”. Ma il frutto della consapevolezza, nient’affatto scontata, che solo nella condivisione è possibile la vita.

E questo sembrava emergere da quel clima di festa creatosi tra adulti e bambini –e adulti tornati per qualche ora bambini- che trascorrevano insieme un bel pomeriggio di sole, addentando un pezzo di pizza calda preparata dagli allievi del Faro, con il cuore leggero perché la vita può essere anche così. Nonostante tutto, felice.