Due amici al ristorante riflettono sulla situazione politica evidenziando inquietudini di segno diverso, e anche il cameriere dice la sua…

Amico 1

E’ un bene che il popolo non comprenda il funzionamento del nostro sistema bancario e monetario, perché se accadesse credo che scoppierebbe una rivoluzione prima di domani  mattina“. Indovina chi l’ha detto? Mi sa che ha un po’ ragione…

Cameriere

Certo che c’ha ragione dotto’ ! Questi delle banche so’ tutti ladri, s’arricchiscono coi soldi nostri e se stanno nei guai ce pensa er governo a tiralli fori… sempre coi soldi nostri! Ce vorrebbe proprio ‘na rivoluzione…

Amico 2 (dopo che è andato via il cameriere)

Non so chi l’abbia detta ma è una stupidaggine! Fa parte di quell’armamentario di vecchi residui culturali che incarnano il diavolo nelle banche (perché c’è la cassa, ci sono i forzieri, maturano gli interessi, perché le banche sono il sancta sanctorum del capitalismo, ecc).
Ti faccio un esempio recente di clamorosa demagogia in materia: uno dei tanti ciarlatani di cui abbondiamo, l’altro giorno ha tuonato che le banche devono prestare al popolo con grande larghezza e senza restrizioni di sorta. Ma, vigliacca la miseria! Se lo ricorda il ciarlatano che solo due anni fa quando ci fu la crisi dei sub-prime (prestiti dati a famiglie senza capacità di rimborso) si è gridato al crucifige dei troppo larghi cordoni delle borse delle banche americane?

Amico 1

Se è una stupidaggine non lo so, comunque l’ha detto Henry Ford ! Non proprio un mito della sinistra…

Secondo me il governo dovrebbe fare qualcosa di più perché la sua azione possa essere accettabile e accettata dai cittadini.

Amico 2

Forse, dico forse, Monti meglio di chiunque altro ha colto nella tragica perdita di credibilità del Paese il problema centrale dell’Italia di oggi (e di ieri) nel contesto Europeo e forse mondiale; problema ben più centrale di tutti gli altri che pure ci erano apparsi ed erano anch’essi centrali.

Proviamo ad immaginare quella che poteva essere l’immagine dell’Italia uscita dall’ultimo ventennio: un Paese poco serio, burlone fino al ridicolo, diviso politicamente da reciproci disprezzi, propenso all’egoistica fruizione, a scapito delle generazioni future, di uno sviluppo economico non effettivamente mantenuto, corrotto ed inefficiente, previdenzialmente dissennato,  sociologicamente mucillaginoso, culturalmente depresso.

Il suo rating morale era percepito a livello “junk” ! Ed anche se i suoi numeri  non erano totalmente disastrosi  e la sua struttura economica era  quella della Grecia eppure l’Italia era percepita, come sappiamo, il problema dell’Europa.

In questo contesto che cosa poteva fare il Governo Monti?

Poteva (e l’ha fatto) anzitutto ridare del Paese quell’immagine composta che aveva abbandonato fra lazzi e schiamazzi; poteva (e l’ha fatto) porre riparo alla dissennatezza previdenziale; poteva (e l’ha fatto) arrestare con tasse e balzelli lo smottamento del debito pubblico (del debito, non del suo rapporto col PIL!); poteva (e l’ha fatto) mettere in purgatorio i partiti responsabili del blocco mentale del Paese; poteva (e l’ha fatto) iniziare quell’operazione verità che – unica – può scuotere la mucillagine socio-culturale del Paese; poteva ( e l’ha fatto) predicare quello spirito di responsabilità intergenerazionale che per molti anni avevamo abbandonato.

E tutto ciò che ha fatto non è assolutamente poco!

Cameriere (che ha sentito solo l’ultima frase)

Sto governo ha fatto pure troppo! Ce sta a ammazzà colle tasse! Ce stanno a rapinà… Quello de prima pensava solo alle donne, questi solo a li soldi, ma a noi chi ce pensa?

Amico 1

Sono d’accordo sul fatto che la credibilità internazionale, in un mondo globalizzato,  è la base per ogni sviluppo. E’ tutto vero. Quella imboccata è la strada giusta, ma sono preoccupato.!

Mi era piaciuta la determinazione della  Fornero accompagnata dalle sue lacrime,  non mi piace la sua attuale determinazione accompagnata da sicumera ed arroganza.
Nessuno sviluppo è possibile, in un paese democratico, senza un coinvolgimento delle persone  (della gente, del popolo … chiamiamolo come si vuole).  Ne era convintissimo Berlusconi che faceva sognare il popolo per sviluppare interessi  di parte.
Ora io vorrei che Monti mettesse un po’ più di impegno anche per ridare speranze al singolo cittadino che vive oggi e domani, e non solo nelle prossime generazioni .
 So bene che la crisi esiste, è grave e non è possibile immaginarsi soluzioni  indolori. Ma il governo sembra  sempre più lontano.
Ora, con un esercizio anche di fantasia, alcuni accorgimenti si potrebbero trovare.  Se non per dare risposte  rassicuranti almeno per dimostrare comprensione, condivisione, ricerca. 

Un semplice esempio: in Italia ancora si sopravvive per il sistema di welfare familiare. Con le pensioni dei nonni si sostengono figli e nipoti. Ora questa sicurezza crolla.   Qualche misura per la non autosufficienza non sarebbe bene annunciarla?  Almeno una percentuale sulle lotterie per creare un fondo per la non autosufficienza !

Amico 2

Guarda  che non e’ che non capisca le tue osservazioni nell’ottica dei più deboli.

Però la  situazione è ancora tutta da governare, soprattutto sul  lato economico e finanziario. I creditori esterni vanno mantenuti sotto segnali forti. Da questa fase dura  può  nascere una migliore autocomprensione di noi italiani. Anche l’asprezza del governo coi partiti (che sono alla radice del  malgoverno di questi anni) va mantenuta, e’ troppo presto per sdoganarli dal purgatorio, anche se fra un mese ci sono le elezioni. Un travaglio molto duro sarà forse benefico.

Amico 1

Provo a  spiegarmi meglio.
Nessuna sottovalutazione della crisi. Anzi, sono molto preoccupato.
Nessun solidarismo illusorio. Sarebbe tradire proprio i più deboli (gli altri si salvano anche da soli).
Piena solidarietà  alle misure Monti. Nei punti più difficili troveranno sintesi adeguata, con linearità e severità . Nessuna tenerezza e debolezza verso partiti e sindacati.
Ma mi restano pesanti inquietudini.
Non credo che, ai nostri tempi, il rinnovamento possa essere con metodo “Robespierre”, piuttosto con un faticoso riformismo .

Non penso che Monti  ce la possa fare con atteggiamenti che lo allontanano dalla sintonia con il “popolo” anche se sono graditi ai creditori esterni. Neanche lui può fare a meno del consenso.
Anche la Thatcher per governare ha sempre avuto bisogno di una maggioranza.
E’ per questo che sono preoccupato. Non ho dubbi sul programma o sulla persona , ma temo che, se non presta attenzione alle difficoltà  di chi dovrebbe sostenerlo, possa finire con un rischia di portare al disastro.

Cameriere (che ha sentito solo l’ultima parola)

E’ proprio un disastro dotto’ ! Qui stavamo mejo quando stavamo peggio…