Carissimo Amedeo,

ho letto attentamente il tuo articolo e quello di Auci. La demagogia purtroppo si sta sempre più diffondendo ed, ovviamente, in periodi di crisi trova inevitabilmente terreno più fertile. Ma la  domanda da porsi, a mio giudizio, è : perché ciò avviene?

Certamente, ritengo, che per al normale cittadino non possono bastare 150 giorni di nuovo governo per consolidare il convincimento che qualcosa è cambiato. E, anzi, la percezione comune è che, nonostante la crisi si acutizzi, i partiti sono ancora fermi al palo su ridimensionamento del numero degli Onorevoli, su leggi che regolamentino il loro operato e la loro trasparenza, sul distacco da lobby grandi e piccole (transitano regolarmente persone in Parlamento che di professione sono formalmente “lobbisti”), su una legge elettorale che restituisca al popolo la scelta dei propri rappresentanti. Ed inoltre gli stessi partiti sono stati inermi consentendo alle banche, principale causa della crisi,  di accedere all’1% al credito per loro ( e ricordiamoci che sono sempre nostri soldi) e lo liberassero, quasi mai, a fronte di un costo anche più di 10 volte maggiore per gli imprenditori ed i cittadini. Ed infine, ma non per ordine di importanza, sono immobili nell’avanzare anche soltanto una proposta che conduca ad una revisione del regime fiscale che renda equo per tutti il prelievo.

Non c’è quindi da stupirsi che la demagogia imperi e che Grillo, dagli ultimi sondaggi, si attesti al 7,5%.

La politica ha urgente bisogno di restituirsi autorevolezza con azioni concrete e faccia emergere così con estrema forza, l’opera di nobili persone come Bersani e Letta e nel contempo avvii un’opera di attenta ma profondissima opera di rinnovamento delle proprie figure.

(Enrico Agostinelli)

Caro Amedeo, stamane il direttore del Tempo nel dibattito “Agorà” su 3° canale ha ricordato che i due principali partiti avevano insieme oltre il 70% del voto degli italiani cioè si stava configurando la aspettativa da tempo perseguita di un sostanziale bipartitismo che cominciasse a farci somigliare agli altri paesi “civili”, in cui è fatto normale che ogni partito sia convinto di potere giungere al governo in modo aperto senza necessariamente nascondersi (ad esempio il PD) dietro ai Prodi per ottenere quanto indispensabile per governare che altrimenti non sarebbe mai stato possibile avere. Ed invece gli ultimi sondaggi danno complessivamente il 50%, accompagnato da una insorgenza di partitini che forzando sulla loro capacità di ricatto e populismo rischiano di  farci bruciare il credito che a fatica e con dolore, di cui avremmo potuto fare sicuramente a meno, stiamo mettendo in piedi con Monti. È indubbio quello che tu dici che PD e PDL sostanzialmente stanno prendendosi le giuste responsabilità, ma forse se lo avessero fatto prima (in particolare il PD perché i comportamenti del PDL mi sembrano più reattivi) non ci troveremmo con questa pericolosa spada di Damocle sulla testa.

Non sono d’accordo che un imprenditore nel suo lavoro non faccia anche della “politica” all’interno della sua fabbrica mediando tra tanti spinte, pareri e realtà non tutte controllabili, pertanto ritengo troppo on/off il giudizio che ne dai che non sarebbe intrinsecamente  in grado di governare. Ma fammi riprendere l’accenno al  PD; se avesse avuto chiaro che la tendenza dell’elettorato era ormai per un “sostanziale” bipartitismo, non avrebbe dovuto mettere l’impegno che ha messo nell’attaccare a testa bassa Berlusconi “comunque”, perché così facendo ha disperso la flebile amalgama che si stava consolidando a destra con tendenza “europea” , ma contemporaneamente non ha aiutato se stesso a consolidarsi.  Questo comportamento non ha aiutato né il paese  sotto l’aspetto economico ad evitare il  baratro, né sotto l’aspetto politico per costruire un futuro di reciproco rispetto tra partiti ugualmente legittimi e legittimati! Non mi era sembrata affatto banale ed ovvia l’avere saputo trarre dal buco l’ex MSI e coinvolgere contemporaneamente la Lega dando ad entrambi  una entrata  “onorevole” in campo democratico.
Doveva riuscire a fare la stessa cosa nel suo campo obbligando la sinistra a smetterla di giocare a fare la rivoluzionaria parolaia.

Per esempio invece di ingoiare il rospo come attualmente è costretto a fare il PD  (la gran parte di coloro che criticano Monti gli rimproverano che sta facendo quello che non ha avuto la forza, o il coraggio o la intelligenza di fare  Berlusconi! ) il PD avrebbe dovuto saper gestire al meglio le occasioni che gli permettevano di non andare più in rotta di collisione (o vita o morte) con la destra  senza  senza perdere la faccia. Un po’ quello che ha saputo fare a suo tempo il PCI sfruttando la lotta al terrorismo  abbandonando  definitivamente la impostazione rivoluzionaria che ancora,  seppur solo verbalmente, manteneva  egli impediva di aspirare democraticamente a raggiungere il governo; ricorderai “l’unità giornale marxista leninista fondato da Gramsci”.
Penso come caso equivalente alla grande occasione del terrorismo, quella purtroppo persa con il terremoto dell’aquila e in genere con gli interventi di natura essenzialmente tecnica della protezione civile: il concordamento su queste tematiche “non politiche” poteva fornire il destro per questo secondo passo e magari (almeno lo spero!) evitare pure che la congrega dei costruttori si facesse avanti nei modi che sappiamo all’interno di questo istituto,  distruggendo negli italiani il pensiero che si stava consolidando che c’era una istituzione credibile di brave persone che finalmente operava con efficienza e che avrebbe fatto da traino al paese anche in altri campi! In quel momento in cui la popolarità del Berlusca era al massimo,il PD  invece di entrare a prendersene la sua parte in sana corresponsabilità ha cercato solo di demolirla : “va all’aquila perché fa scena” “non va all’aquila perché non gliene frega niente” e quello che avrebbe potuto essere un comune rafforzamento dei partiti che avrebbe portato dal 70% al 90 % il loro potenziale di voto,  lo abbiamo buttato con molta superficialità dalla finestra e adesso facciamo fatica a recuperarlo, tant’è che tu stesso ne sei preoccupato. Cosa ancor peggiore, gli italiani già per natura ostili alla politica (ma non certo per colpa loro!) alla sempre più consistente crescita di credibilità (pensa ai VVF come erano seguiti con passione!) che ne stava derivando (pur con tutti i limiti e i distinguo che sappiamo: lo dico io per primo)  sono ritornati più indietro di dove erano partiti: bel casino davvero!

 Le soluzioni a questo stato di cose possono essere differenti e tutte hanno qualcosa di valido, ma per essere valide bisogna che partano da una corretta lettura del passato, specie nella sinistra,  senza preconcetti altrimenti faremo pure stavolta un bel casino!

(Luciano Fantini)

Leggo questo messaggio dell’amico Amedeo Piva, messaggio che non posso non far mio e comunicare a voi.

Come al solito, generalizzare non va e rinunciare a distinguere è solo e sempre segno di pigrizia mentale.

Che la delinquenza di una minoranza di parlamentari, perché di minoranza si tratta, debba offuscare la rettitudine di una maggioranza che non fa cronaca e non va in prima pagina, è segno di un analfabetismo socialpolitico che preoccupa e mette paura.

La democrazia richiede una maturità che molti non hanno e che invece pretendono dagli altri. Se anche fosse vero che tutti i politici sono ladri e delinquenti, la domanda che si pone e che mette in crisi noi e non loro è: “Ma chi ce li ha mandati in parlamento? Lo Spirito Santo?”.

Finché andremo alle urne, imbalsamati nelle bende consortili e cortigiane dei nostri piccoli e immediati interessi familiari o amichevoli e di simpatia o di mercantili favori, ma incoscienti del nostro essere CITTADINI, preoccupati della GENERALE situazione e di un FUTURO cui mettere fondamenta, la democrazia sarà sempre zerbino per maneggioni, ladri e millantatori!

Così come la storia degli ultimi venti anni ci insegna!

Eccovi, allora, il messaggio dell’amico Amedeo.

(Aldo Antonelli) 

Caro Amedeo hai ragione,

ma davvero noi poveri mortali facciamo fatica dopo tutti questi anni di turbamento e di instabilità 

e dopo le ultime e continue vicende (da destra a sinistra) di truffe o di leggerezze a dare fiducia ai partiti. 

Credo che uno scossone all’Italia servirebbe eccome, e dubito che il rinnovamento del paese possa nascere da quello stesso stagno che lo sta facendo affondare.

Come facciamo a fidarci ancora dei partiti se continuamente quei partiti ci deludono?  Come potrei avere fiducia in un nuovo Rutelli se il vecchio dice che mentre Lusi rubava lui donava soldi al partito ma non si accorgeva di niente? 

Lo so che sono dubbi forse ingenui e stupidi ma credo siano ciò che anima oggi gli elettori.

(Alessandro Radicchi)