Il Fondo per asilo, migrazione e integrazione (Amif) ha un bilancio totale di 3.1 miliardi di euro da spendere tra il 2014 e il 2020. Almeno il 20% di 2.4 miliardi di euro che gli Stati membri avranno a disposizione (3.1 miliardi di euro meno 746 milioni per i programmi comunitari e altre azioni) dovra’ essere speso per misure che sostengano la migrazione legale e promuovano l’effettiva integrazione degli immigranti. Gli Stati membri saranno anche tenuti a destinare almeno un ulteriore 20 per cento dei fondi a misure in materia di asilo. I Paesi membri che accolgono i richiedenti asilo nell’ambito del programma di reinserimento dell’Ue riceveranno un importo forfettario di 6.000 € a persona reinserita, cifra che puo’ essere aumentata fino a 10.000 € per persone vulnerabili o provenienti da zone prioritarie (come Siria e Ucraina). Tuttavia, i deputati non considerano questa la fine della questione. I deputati vogliono sfruttare tutti i mezzi disponibili previsti dai trattati, come l’articolo 80 del trattato di Lisbona, al fine di garantire che ulteriori misure di solidarieta’ siano messe in atto in futuro. Il Fondo sicurezza interna (ISF) supportera’ la questione delle frontiere esterne e i visti con finanziamenti dall’importo di 2.8 miliardi di euro fino al 2020. Il fondo sara’ utilizzato per costruire le infrastrutture necessarie ai valichi di frontiera e per la sorveglianza delle frontiere. Ci saranno, inoltre, finanziamenti a sistemi informatici previsti dal Sistema europeo di sorveglianza frontiere (Eurosur), nonche’ azioni volte a facilitare la gestione efficace dei flussi migratori, il trattamento delle domande di visto e la cooperazione consolare. Controlli a sorpresa in loco sulle spese faranno in modo che il denaro sia usato correttamente. Il contributo dell’Ue ai progetti nazionali sara’ generalmente fino al 75 per cento del bilancio totale, e puo’ essere aumentato fino al 90 per cento in alcuni casi, come, per esempio, quando la pressione sul bilancio di uno Stato membro potrebbe mettere un progetto specifico a rischio.
DiReS