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Al vertice del Consiglio Europeo in Lussemburgo è stato raggiunto un accordo   in merito al nuovo “Patto per le regole su Asilo e Migrazioni” che dovrà ora essere approvato dal parlamento europeo. Matteo Piantedosi, il nostro ministro degli Interni, ha detto che “l’Italia ha ottenuto il consenso su tutte le proposte avanzate” e -come al termine di ogni vertice- ha definito con soddisfazione questo accordo un successo. Ma il successo non è mai un concetto assoluto; un evento, una legge, una sentenza, possono al tempo stesso costituire un successo per qualcuno e una disgrazia per qualcun altro, un successo rispetto ad una attesa o una disfatta rispetto ad un’attesa diversa. Per definire compiutamente un successo occorre allora precisare “un successo per chi?”, “rispetto a quali obiettivi, attese, indicatori?”.

Per chi allora questo nuovo “Patto” costituisce un successo? Per i governi europei o per i diritti dei richiedenti asilo? E’ stato davvero un successo scaricare il controllo delle partenze sui Paesi d’origine e di transito inventando regole assurde di rimpatrio in Paesi Terzi “sicuri”, o il vero successo non sarebbe stato piuttosto quello di riuscire finalmente a gestire -come Unione Europea- i flussi migratori con regole comuni, salvaguardando i diritti e il primato delle persone?

E’ davvero un successo aver concepito nuove “procedure rapide” che consentono di stabilire -già alla frontiera!- a chi concedere l’asilo e a chi no sulla base della nazionalità, se le richieste accettate da richiedenti di quel paese risulta inferiore al 20% nell’ultimo anno? E’ un successo per chi chiede una valutazione approfondita della sua situazione (come esige la convenzione di Ginevra!) o per chi ha il bisogno compulsivo di respingere per poter poi vantare il rifiuto come merito elettorale? 

Che diremmo noi se -alla richiesta che una procura valuti il nostro caso- ci sentissimo rispondere: “No, non prendiamo in esame la sua richiesta perché lei è friulano e la media di accettazione delle richieste dei friulani è stata inferiore al 20% nell’ultimo anno”? Lo definiremmo un successo per la rapidità della procedura?

Che dire di altri “successi” dell’accordo come la geniale idea che le persone alle quali non viene riconosciuta la protezione internazionale potranno essere rimpatriate, oltre al paese di provenienza, anche nel paese in cui sono transitati… purché si tratti di un Paese Terzo “sicuro”? 

Il comunicato ufficiale del Consiglio Europeo ha definito questo accordo “un passo decisivo verso la modernizzazione delle regole”: ma in questo caso il concetto di “modernizzazione” non ha affatto la connotazione positiva che di solito gli attribuiamo – maggiore efficienza e risultati soddisfacenti per tutti i soggetti coinvolti- e mi sembra piuttosto un artificio retorico per coprire l’incapacità di gestire collettivamente una questione così complessa e delicata illudendosi che basti negare un problema perché questo scompaia.

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Con questa newsletter concludiamo la stagione e auguro a tutti -oltre ad una buona settimana- anche una buona estate!

 

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SEGNALAZIONI

  • Giovedì 15 giugno il Centro Astalli ha organizzato un Colloquio sulle Migrazioni dal titolo “RIFUGIATI: E’ IN GIOCO IL FUTURO DEI DIRITTI. L’incontro è previsto alle 17:30 presso l’Università Gregoriana, in Piazza della Pilotta, 4 – Roma, con la partecipazione del Card. José Tolentino de Mendonça (Prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione) e lo scrittore Paolo Rumiz. Conduce Marco Damilano.

A questo LINK l’invito.

 

  • L’ASP SANT’ALESSIO-MDS propone I GIOVEDI’ DEI COCKTAIL, conversazioni aperte sulla Terza età, la Salute mentale, la voglia di amare e altro… ogni giovedì (dal 15/6 al 20/7) alle 16:30, nella Parco della sede del Sant’Alessio in Via Carlo Tommaso Odescalchi, 38° – Roma

A questo LINK la locandina.