Concordo che non basta definire una regola elettorale per fare una democrazia, infatti servono ingredienti un po’ più sostanziosi come, ad esempio, la competenza che non è andata più di moda nella politica, si è preferita la cooptazione anche di persone di scarso valore e questo ha allontanato le persone “valide” che sono la base per fare una miscela che “virtuosamente” cresce.

(Sandro Segarelli)

Caro Amedeo, ma Cristo non è stato inquisito e condannato a morte perché parlava al popolo di cambiare le regole ma soprattutto metteva in discussione il potere di chi allora li governava? Comunque, alla fine della fiera, dietro la politica e alle sue formule elettive ci sono gli uomini e credo che siano pochi gli uomini culturalmente appassionati di una politica per far crescere il bene comune e consolidare la democrazia.

(Massimo Biagiotti)

Nel campo elettorale siamo nell’ambito del possibile. Condivido tutto il tuo ragionamento sull’importanza della partecipazione come essenza della democrazia; però intanto eliminiamo il porcellum che consente ai segretari dei partiti di scegliere candidati di propria esclusiva fiducia senza nessuna possibilità di controllo da parte degli elettori. Il collegio uninominale costringe i partiti, che comunque continuano a scegliere, a confrontarsi con gli elettori e quindi a scegliere persone non squalificate perché potrebbero essere sconfitte nella competizione da altri candidati di altri partiti.

(Tillo Nocera)

Personalmente sono molto preoccupata dall’eventuale ritorno alle preferenze in ambito politico… lo sai.

La democrazia è senz’altro il sistema di gestione del potere più complesso che ci sia… soprattutto perché necessita di una consapevolezza e di una preparazione di base della popolazione che, in caso contrario, ne invalida totalmente l’efficacia (vedi Barabba).

Ogni tanto mi domando se gli italiani siano pronti per la democrazia…

(Letizia Ciancio)