Quando mercoledì 26 novembre 2003 diciassette amici decisero di dare vita ad una nuova associazione per formalizzare un impegno comune iniziato già da qualche anno, non scelsero un nome descrittivo o evocativo ma vollero chiamarla con il nome del beneficiario delle attività che intendevano proseguire: nacque così l’associazione di volontariato “Amici per la città”, dove per “città” non si intende solo Roma in senso geografico, ma -con un respiro più ampio-  si esprime l’idea di città come luogo in cui vivere bene insieme, in cui crescere culturalmente, in cui immaginare ed attuare politiche condivise.

Un’idea di città vicina a quella delle pòlis greche nelle quali i cittadini non si sentivano più sudditi, come nelle società precedenti, ma intendevano esercitare il proprio potere attraverso la partecipazione e il coinvolgimento diretto. Lo statuto sintetizzava così quella voglia: “L’Associazione si propone di promuovere e sviluppare la cultura e la partecipazione civica per la soluzione delle problematiche della città e realizzare percorsi di formazione alla cultura civica e democratica.”

In questi oltre venti anni di impegno “Amici per la città” ha conosciuto stagioni diverse e perseguito obiettivi specifici che nel tempo si sono adattati al cambiamento della città e degli “Amici” stessi.

La prima, spumeggiante, stagione ebbe come focus quello di avvicinare i politici alla vita della gente… e la gente alla politica: interviste al mercato, esperienze dirette di servizi sociali, incontri personali con amministratori pubblici e parlamentari (poi diventati presidenti del consiglio, commissari europei, segretari di partito, ministri, ecc.); a questa dimensione si aggiunse successivamente quella dell’approfondimento e della formazione: i campi estivi a Rasun di Anterselva, a Selva di Val Gardena, a Roccaraso, a Fiuggi…; poi i grandi viaggi per capire e apprezzare meglio le culture diverse dalla nostra: Iran, Giordania, Israele, Marocco…

Parallelamente a questo lavoro di formazione e approfondimento (Praxis, la nostra scuola di politica) è continuata la partecipazione attiva alla vita politica della città valorizzando le opportunità già in atto e creandone di nuove: dalla presenza in giunta e poi in consiglio comunale di Amedeo Piva  a quella in consiglio comunale di Luigi Vittorio Berliri, dalla battaglia per l’istituzione del “consigliere aggiunto”, votato dagli immigrati residenti, a quella per il riconoscimento dei diritti per i richiedenti asilo “No borders”.

Negli anni seguenti il lavoro si è concentrato tematicamente sulla presenza a Roma degli immigrati e dei richiedenti, sulle case-famiglia per soggetti vulnerabili e sui servizi agli homeless; si sono così sviluppate attività condivise con i soggetti più attivi nel settore: il “Centro Astalli”, Spes contra SpemBinario95, la Fondazione Il Faro e l’Associazione “INSIEME per l’affidamento familiare e aiuto ai minori”.

Innumerevoli gli episodi significativi di questa veloce carrellata, tra questi: la mostra sulla Pace con le opere del Tehran Museum of Contemporary Art, la serata alla stazione Ostiense con gli afghani che dormivano sui binari, la serata a Via Margutta nel progetto “Dialogo in Rete”, la pubblicazione “Con le mani io vedrò” in collaborazione con il Centro Regionale Sant’Alessio per i ciechi. Con quest’ultimo la collaborazione si sta intensificando e non è difficile prevedere interessanti sviluppi nel prossimo futuro.

Intanto ci prepariamo adeguando il nostro statuto al nuovo Codice del Terzo Settore nel cui Registro Unico saremo iscritti con il curioso acronimo “ETS-OdV” che -benché assomigli alla sigla identificativa di un treno- significa, più semplicemente, “Ente del Terzo Settore tipizzato come Organizzazione di Volontariato”.

Ci aspetta un autunno impegnativo!