“È possibile una politica pop-democratica?”, si domanda il direttore della rivista “Aggiornamenti Sociali” Giacomo Costa SJ, analizzando il variegato scenario politico italiano.

Una miscela armoniosa di convincimenti e attitudini, che spazia dalla personalizzazione estrema nel modo di porsi alla capacità di semplificazione dei temi affrontati, fino alla velocità estrema nella risoluzione dei problemi.

Una velocità proposta da qualcuno – talvolta un po’ furbescamente – come rimedio a tutti i mali del Paese.

Qualche esempio di questa “chimera politica”- come la definisce Costa pensando al mostro mitologico costituito con parti di animali diversi- lo stiamo vedendo già all’opera.

E così, come dice con tono scherzoso il nostro amico Felice Celato, si sarebbe stretta – ci piaccia o no – una tregua “fra pance e cervelli”, tra “populismi e democrazia strutturata, fra appelli diretti al popolo (con le sue pulsioni viscerali e le sue fondate insoddisfazioni) e costruzione mediata del consenso (mediata dai partiti e dalla tradizionale struttura del potere)”.

Una tregua che però porta con sé più di qualche inquietudine, perché – come sottolinea Celato – “come tutti i compromessi contiene in sé tutti i benefici e i malefici dei compromessi”. E se da una parte “fa forse andare avanti nella soluzione di qualche problema percepito come urgente, mette in campo una dinamica da tempo scomparsa nella nostra società, lascia percepire come in atto un’ansia di nuovo che pervade le insoddisfazioni di noi tutti”, dall’altra “mette a rischio equilibri antichi fra esigenze del presente e garanzie per il futuro, fra necessità delle istituzioni e loro efficacia nell’azione di governo delle cose, fra urgenze e complessità”.

È davvero questa l’unica direzione percorribile? Siamo condannati – per citare ancora Costa – alla “vertigine” oppure è possibile incamminarsi su un’altra strada?

Consapevoli che, come afferma Paolo Tognocchi, consigliere regionale della Toscana e organizzatore dell’iniziativa #Controvento, è indispensabile tornare a privilegiare la sostanza, ma anche l’etica, la responsabilità e la competenza”, per tornare così a essere “comunità politica” e non solo “spettatori e tifosi”.

Per condividere questi temi (personalizzazione, personalità, personalismi…) e proporre nuovi percorsi (ricostituenti…), l’appuntamento è per sabato 12 aprile a Firenze, Teatrino Lorense, Fortezza da Basso.

Al dibattito parteciperanno anche Massimo Giannini, vicedirettore di “Repubblica”, Mauro Calise, professore di Scienza politica all’Università di Napoli e autore del recente saggio “Fuorigioco. La sinistra contro i suoi leader” e Ilenia Massa Pinto, docente di Diritto costituzionale all’Università di Torino.