Mi chiamo Abdou Ndiaye, ho 29 anni e sono stato costretto a fuggire dal Senegal poco più di un anno fa. Ho lasciato a Dakar mia moglie Jamila incinta del mio primo figlio.

Sono arrivato a Roma dopo un viaggio durato più di due mesi. La faccio breve: centro di accoglienza, domanda di asilo politico, la mia vicenda e le ragioni della fuga raccontate in dettaglio almeno 23 volte, documenti che sembrava non andassero mai bene e poi, finalmente, la commissione territoriale e il riconoscimento del mio status di rifugiato. Ora sono regolare, con i documenti sono a posto (ma solo con quelli).

In quei mesi mi spiegano che in Italia c’è la crisi, la gente è preoccupata e tutti parlano del nuovo governo tecnico, quello di un certo signor Monti. Non so bene cosa significhi governo tecnico, pare che abbiano scelto persone competenti (la cosa strana è che questo sembra un fatto eccezionale!) che dovrebbero sistemare quello che non va e uscire da questa famosa crisi. Spero facciano presto perché la gente preoccupata spesso è anche nervosa con gli stranieri.

Un’associazione che si occupa di rifugiati mi aiuta nella pratica per il “ricongiungimento familiare”: è il termine tecnico (come il governo!) per far venire a Roma mia moglie Jamila e mio figlio Souleymane, che ormai ha sei mesi e che non ho mai visto. Dicono all’associazione che, se riesco a sistemare i documenti per mia moglie, mi daranno i soldi per il suo biglietto da Dakar e mi troveranno una casa almeno per i primi mesi. Sembra ci sia un “progetto” che prevede proprio questo tipo di aiuto per quelli come me. Si vede che l’Italia è un paese ben organizzato!

Qui a Roma intanto la crisi continua, ora tutti sono preoccupati per una cosa che chiamano spread. Non so esattamente di cosa si tratta, ho provato a chiedere in giro e ho capito che non sono l’unico a non saperlo, ma sono preoccupati lo stesso.

Passano altri tre mesi, frequento un corso per magazziniere e mi do da fare per i documenti che mancano. Finalmente ci siamo, anche l’ultimo documento è stato tradotto e accettato: la pratica per il ricongiungimento familiare è completa!

Ieri sono andato all’associazione con la pratica completa… mi hanno detto che il “progetto” è finito e non possono più darmi i soldi del biglietto e la casa per i primi tempi ! Non so come dirlo a mia moglie! Sembrava fosse ormai solo questione di giorni… ora è saltato tutto… come posso farla venire a Roma se non ho il biglietto e la casa? Dove vivremmo, cosa mangeremmo? Quando rivedrò mia moglie e quando conoscerò mio figlio?

Ho provato a parlarne con un signore che conosco, mi ha risposto che ognuno ha i suoi problemi… questa settimana lui è molto preoccupato per l’articolo 18, dice che forse un giorno potrebbero licenziarlo e che allora starebbe molto peggio di me.