Chi si occupa di disagio sociale, e come la Caritas è impegnato a 360° su tali tematiche e ne è coinvolto senza misura da ogni forma e ogni aspetto, non può ignorare nel corso del suo operato situazioni e fenomeni indotti o aggravati dall?abuso di sostanze alcoliche.
La Caritas fin dall?inizio monitorando il territorio in cui operano centri di ascolto e caritas parrocchiali ha privilegiato sei grandi aree di interventi su cui specializzarsi: senza fissa dimora, immigrati, sanita?, minori, aids, carcerati.
Tutto questo però, senza trascurare emergenze che nel contempo sono venute e dilaniarsi parallelamente: l?esplosiva emergenza dei campi nomadi, anziani soli, riabilitazione ad una vita normale di donne costrette alla prostituzione.
Le sostanze alcoliche sono una comune a tutti questi stati di disagio sociale che ormai le nostre società vivono quotidianamente.
Un abuso arriva ad essere dipendenza se non si è supportati da ?qualcuno? in grado di aiutare la persona a cessare questo disordine psicofisico sfociato nell?alcool. Possiamo sintetizzare con la frase ?il disagio crea l?alcolismo e l?alcolismo crea disagio?.
Ogni anno arrivano ai centri di ascolto delle nostre 365 parrocchie romane, centinaia di richieste di aiuto per situazioni estremamente indigenti , a cui a volte noi volontari dobbiamo far fronte e ci rendiamo conto di essere impotenti.
Giovani inseriti in famiglie con affetti inesistenti, vittime dell?usura, giovani che per evitare lo sfruttamento ?per dimenticare ?alzano il gomito? nell?alcool, una due tre bottiglie seduti sulle panchine del parco sorseggiano birra senza rendersi conto dell?alba che arriva, e loro lì con tante bottiglie intorno, con un mozzicone dell?ultima sigaretta ancora in bocca si sentono nella loro casa, in una protezione senza responsabilità, senza pensieri, senza impegni che li obbligano a trovare soluzioni. La bottiglia come sostituto della famiglia, del non pensare, dell?onera della famiglia, della coscienza, del peso della vita che li ha condotti fin lì.
Questi giovani trovano così nell?alcool il sollievo, il coraggio, l?incoscienza, la forza per affrontare ciò per cui poi chiedono aiuto nei nostri centri di ascolto?ma cos?è che spinge un giovane, uno di noi a vivere nell?abuso dell?alcool?
Ciò che creiamo noi come società quando una persona non è alla nostra pari, non è uguale a noi: l?emarginazione.
Il non essere accolto, il non essere ascoltato, protetto, abbracciato?.
L?essere sempre giudicato, additato, colpevolizzato?.il non avere punti di riferimento sicuri e decisivi per una crescita corretta. Sono le cose che mancano a chi più facilmente si trova a collidere con la mancanza di valori, di obiettivi, di validi esempi, sono quelle cose di cui tutti noi abbiamo bisogno per ritenerci inseriti validamente in un contesto sociale: duratura occupazione lavorativa, all?esistenza di un solido riferimento familiare, alla concreta possibilità di raggiungere obiettivi culturali che ci si era proposti.

La Caritas fece una ricerca interna su un campione di 250 persone di cui il 60% uomini compresi tra i 18 e i 40 anni di istruzione medio alta ? risultò che il 70% consuma bevande alcoliche, e uno su dieci ha dichiarato che il consumo abituale è superiore ai 60g al giorno e oltre il 30% eccede naturalmente.
Nelle analisi che la Caritas fa annualmente analizzando le richieste che pervengono dai centri di ascolto e confrontandole con un?analisi dei bisogni della città di Roma, emerse che l?8% delle persone che si rivolge agli oltre 200 Centri di ascolto della Caritas ha problemi in qualche modo riconducibili all?etilismo.
La legge quadro in materia di alcool e di problemi correlati n. 125 del 30 marzo 2001 formula proposte, interventi, programmi con le strutture di accoglienza collaborazioni con gli enti locali.
Dal 2000 è in vita un protocollo di collaborazione con tutte le associazioni e le istituzioni con la Caritas e con l?A.A. Associazione alcolisti anonimi, nata nel 1935 in USA ed oggi presente in 160 Paese di tutti i continenti hanno inteso di collaborare nel riserbo più totale e rispettoso della privace per tutti coloro che vogliono avvicinarsi, per la lotta all?alcolismo, creando una rete territoriale collaborativi e ancora attiva.

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