Forse non tutti lo sanno, ma il più antico osservatorio astronomico della Capitale si trova nel pieno centro della città, nel rione Campo Marzio. E non poteva essere altrimenti, dato che si tratta di una costruzione voluta dai gesuiti che – come gli amici di Praxis hanno scoperto grazie alle belle parole di Padre Francesco Occhetta (LINK) – svolgono da sempre il loro mandato apostolico puntando direttamente al cuore della comunità.

E l’antico Osservatorio si trova infatti a due passi da via del Corso, nel complesso del Collegio Romano, la scuola istituita dallo stesso Ignazio di Loyola subito dopo la fondazione della Compagnia di Gesù.

Anche il grande Galileo veniva a fare osservazioni astronomiche e meteorologiche in questo edificio, in un momento in cui però non esisteva ancora la torre di osservazione, realizzata solo nel 1787 e in seguito intitolata all’abate Giuseppe Calandrelli, primo direttore dell’Osservatorio. La struttura consente tuttora l’accesso, con la sua scala elicoidale di ben 88 gradini, a uno dei punti di osservazione più straordinari di Roma.

Visitato da ben due pontefici – Pio VI per l’inaugurazione della torre e Pio VII nel 1804 in occasione di una eclissi solare – l’Osservatorio da tempo non è più attivo.

Nel 1870 la gestione del centro passò infatti dai gesuiti al novello Stato unitario, finché nel 1923 tutta la strumentazione non fu trasferita nel Regio Osservatorio Astronomico di Roma, con sede al Campidoglio.

Al Collegio Romano si conservano tuttavia numerose testimonianze dell’antico splendore.

Come il basamento del grande telescopio equatoriale e una meridiana a foro gnomico, perfettamente funzionante, in grado di indicare l’effettivo mezzogiorno solare della Capitale. Quest’ultima è legata a un particolare curioso. Fino allo scoppio della seconda guerra mondiale, il segnale per far sparare il cannone del Gianicolo, un appuntamento che si ripete ogni giorno alle 12 spaccate, amatissimo non solo dai turisti – veniva dato proprio da questo Osservatorio.

Il modo era decisamente ingegnoso: allo scoccare del mezzodì veniva fatta scendere una palla di ghisa  nella sottostante piazza di S. Ignazio, segnale questo che, visto a distanza dall’altra sponda del Tevere, consentiva ai soldati di artiglieria di far partire il colpo di cannone. Non solo una curiosità, se la conoscenza di questo dettaglio – secondo un esperto di “cose quirite” come Gabriele d’Annunzio – distingueva immediatamente i romani veraci dagli orecchianti improvvisati.

Senza contare che proprio dal complesso del Collegio Romano, a partire dal 1876, venivano diffuse le previsioni meteo per tutta l’Europa, attraverso un organizzatissimo sistema di informazione via telegrafo.

La visita all’Osservatorio del Collegio Romano è proposta da Praxis il prossimo martedì 21 maggio nell’ambito del secondo incontro del ciclo “Il modello vincente”, intitolato significativamente “La restituzione di senso” (LINK).

Oltre all’Osservatorio e alle stanze di S. Luigi Gonzaga – sempre nel complesso del Collegio Romano – gli amici della Scuola di politica e territorio potranno incontrare, dopo Padre Occhetta, un altro relatore di eccezione, Luciano Larivera SJ, redattore della “Civiltà Cattolica”.

Come dire, Praxis non smette di cercare i riferimenti giusti. Scegliendo di mantenere i piedi per terra, senza rinunciare a spingere lo sguardo – con un po’ di ambizione – verso quel cielo che muove “il sole e l’altre stelle”…

Nella foto: l’Osservatorio del Collegio Romano con il basamento dell’antico telescopio

 

PRAXIS –  IL MODELLO VINCENTE

La restituzione di senso

Visita all’Osservatorio Astronomico dei gesuiti e alle stanze di S.Luigi Gonzaga

Interviene Luciano Larivera SJ (La Civiltà Cattolica)

Via del Caravita, 8a – Roma

Info e prenotazioni: praxis@scuolapraxis.it – 3206472332