Gli avvenimenti di Tunisi hanno seminato nuovi timori e nuova rabbia. La violenza del terrorismo jihadista sembra avvicinarsi minacciosa alle nostre case, alle nostre vite, alle nostre certezze.

Sappiamo bene che il terrorismo jihadista non è l’Islam e che la sua violenza non ha la cultura occidentale come unico obiettivo (ce lo ricorda la strage di Sanaa in Yemen con 150 morti in tre moschee appena due giorni dopo l’attentato di Tunisi), ma non possiamo solo restare a guardare.

Le imprevedibili accelerazioni della storia impongono oggi all’Europa ciò a cui essa si è finora sempre rifiutata: di essere un soggetto politico vero. Vale a dire con una vera politica estera; con un vero esercito. E con veri capi politici: gli unici che nei momenti cruciali possono fare scelte coraggiose, costruendo altresì intorno ad esse il consenso necessario”, così Galli della Loggia sintetizza sul Corriere (QUI) l’esigenza di una reazione europea.

Aumentano le paure e la ricerca di soluzioni di forza è comprensibile: come è impensabile una polizia disarmata che lotta contro i criminali, è indispensabile un esercito che possa intervenire nei conflitti internazionali.

Ma la forza –da sola- non basta e troppe superficialità accompagnano il dibattito.

Davvero crediamo che molte navi nel Mediterraneo scoraggino chi è capace di organizzare attentati armati nel cuore di Parigi? Davvero crediamo che 10 o 20mila soldati in Libia rimettano ordine e controllino un paese grande tre volte l’Afghanistan dove 640mila militari non riescono a farlo? Davvero crediamo che la soluzione sia “sistemare le cose” a Tripoli e a Damasco ignorando gli enormi interessi economici e politici in gioco che coinvolgono tutti i paesi del golfo (a cominciare dall’Arabia Saudita)? Non è una rissa di periferia e non saranno i muscoli a darci soluzioni, serve la testa.

Troppo debole è l’impegno a costruire alleanze e strategie sostenibili con i paesi islamici antijihadisti aiutandoli con più determinazione a non divenire ostaggio del terrore. Le primavere arabe, lasciate da sole, diventano rapidamente sanguinosi autunni.

Pensavamo che bastasse eliminare Gheddafi perché la nuova Libia trovasse la strada giusta guidata dal mercato? Non ha funzionato: il mercato non basta. Il mercato -giustamente- insegue il profitto e le sue sono regole senza cuore. Il cuore dovrebbe portarlo la politica. (Certo non una politica di lupi.)